La speranza è ultima a morire. Benissimo siamo d’accordo. Ma dobbiamo darci da fare, informare la gente, diffondere il credo, forse più di un credo e quasi una certezza.
Ci stiamo passando tra le mani uno dei tanti mali degli ultimi tempi, forse il più rilevante: la moneta, l’EURO. Preventivato già da Maastricht nel 1992, l’euro entrò in circolazione nel 2002. Esso ha tolto agli stati che hanno aderito (Il Regno Unito se ne è ben visto data la sua lungimiranza) la sovranità di stampare moneta, di svalutare per rilanciare l’export.
Fattore molto importante da non trascurare, riguardo l’adozione di una moneta comune a gran parte degli altri stati europei, è il fatto che la BCE è una banca centrale privata che per stampare una banconota ad esempio da 100€ spende all’incirca 30 centesimi in carta, inchiostro, manodopera e distribuzione. Quando viene prestata allo stato nazionale a 100€ più il tasso di sconto (3%), facendo due rapidi calcoli, la BCE si intasca 103€ meno il costo della sua produzione di 0.30€ per un totale di 102.70€ netti senza tasse. Questo prestito elargito con grandi guadagni da parte della BCE si chiama SIGNORAGGIO.
Da quando nel 2008 è scoppiata la crisi economica e gli Stati Uniti hanno starnutito con lo scandalo dei mutui sub prime concessi ai non adempienti, l’Europa si è subito raffreddata. Da quel momento ci siamo accorti che molte cose non andavano per il verso giusto: uno, non potevamo reagire alla crisi economica adoperando determinate scelte in quanto, l’anno precedente il Governo Prodi firmò il Trattato di Lisbona che tolse all’Italia 68 poteri di veto, costringendola a pensare prima al bene dell’Europa/Germania, dopo all’interesse nazionale e poi perché non avevamo più la possibilità di stampare moneta per dar fiato all’economia grazie al Trattato di Maastricht (come dicevamo prima).
Da quel momento il panico: la BCE comincia a sospendere gli acquisti di titoli di stato dei paesi a rischio default come il Portogallo, l’Irlanda, l’Italia, la Grecia e la Spagna (i famosi PIIGS più comunemente maiali d’Europa) e sposta i propri acquisti su titoli di stato più sicuri come quelli tedeschi, a questo punto inizia a crescere il famoso SPREAD ovvero la differenza di rendimento tra i titoli di stato tedeschi (paese di riferimento con economia più forte) e quelli di un altro paese nel quale gli investitori hanno meno fiducia.
I governi Papandreou (Grecia) e Berlusconi (Italia) da un paio d’anni insediati democraticamente cominciano a traballare: lo spread inizia a crescere visti i mancati acquisti di titoli di stato da parte della BCE e di speculatori internazionali, il debito pubblico inizia ad essere un problema (non lo era mai stato prima, a moneta sovrana, nonostante ci fosse da molto tempo) in quanto i governi devono pagare rendimenti sui titoli di stato molto più alti ed infine i presidenti di queste due nazioni iniziano a prendere in considerazione un eventuale uscita dall’euro. Morale della storia? Entrambi diedero le dimissioni. Da lì si insediarono governi tecnici (Monti e Papademos) entrambi guarda caso, della Commissione Trilaterale (gruppo privato di uomini d’affari provenienti dall’Europa, dall’America e dall’Asia), in grado di varare drastiche misure di austerità come i tagli alla spesa per il welfare, per la sanità, per la sicurezza, per il lavoro e tutto in piena sintonia con l’UE. Pianti finti (come quello della Fornero) e veri (come quelli della gente che si ritrova senza lavoro da un giorno all’altro), con la disoccupazione che tocca picchi mai visti prima: Grecia al 27.9 %, Spagna al 26.2 %, Portogallo al 16.5%, Irlanda al 13.6% ed in Italia al 12.5% (raddoppiata in confronto a 5 anni fa). In Italia inoltre abbiamo una disoccupazione giovanile al 40%, non so se si riesce a rendere bene l’idea, più di un giovane su tre non trova lavoro! Tutto ciò scaturisce l’emigrazione di giovani in cerca di speranza verso paesi benestanti, come la Germania, Stati Uniti e Australia.
In materia di immigrazione clandestina non ci vengono incontro anzi la favoreggiano, come se il problema fosse solo di Lampedusa o di qualche altro punto abbandonato a se stesso; nelle “missioni di pace” non abbiamo voce in capitolo sia come singola nazione che come Europa. Esse, oltre ad essere delle notevoli prese in giro, sono dei grossi sprechi di soldi e di vite umane, tutto finalizzato nell’interesse di poche ma potenti persone.
Come se non bastasse, dobbiamo dirla tutta senza lasciare nulla al caso, da quel momento, da quei colpi di stato (Greco e Italiano) del 2011, si sono susseguite diverse losche vicende, complici i governi nazionali: la ratifica dei trattati europei FISCAL COMPACT (pareggio di bilancio con deficit di spesa massimo al 3%) e MES (meglio detto Fondo Salva stati) che impegna, nel caso del governo italiano, il finanziamento di 125 Miliardi di euro in 5 anni per costituire un fondo in grado di aiutare, eventualmente, un paese in gravi difficoltà economiche, con un ritorno di grossi interessi sul prestito stesso. Quei paesi che, messi al lastrico da queste politiche scellerate, sono costretti a svendere i propri marchi e i propri beni ad investitori stranieri nel nome della sfrenata “Dea Globalizzazione”.
Quindi, cos’altro dobbiamo aspettare e vedere prima di prendere delle decisioni? L’Europa, è chiaro agli occhi di tutti, non è più quello splendido progetto pensato da Spinelli negli anni ’50 ovvero un’unione di stati che privilegiano lo sviluppo sostenibile, l’integrazione sociale, la responsabilità collettiva. No! L’unione europea è solamente un’unione di interessi economici di persone e gruppi privilegiati (banche, uomini di affari, lobby, multinazionali,) nulla di più. A voi la scelta, il tempo sarà sicuramente galantuomo!